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venerdì 3 settembre 2004

EUROPEO SNIPE - BENE GLI ITALIANI


Europeo Snipe - Bene gli italiani Era dal 1958 che un equipaggio italiano non saliva sul podio di un Europeo Snipe. Allora fu Mario Capio a classificarsi secondo a Plymouth in Inghilterra su una flotta di 10 nazioni per 10 partenti.
Quarantasei anni dopo sono Paolo Tomsic ed Andrej Mocilnik da Trieste a salire sul terzo gradino del podio su un lotto partenti di 54 barche con 12 nazioni.
Il risultato è ottimo se si considera che si tratta di un equipaggio giovane e motivato che solo l’anno scorso ha vinto il Campionato Italiano e ha ben figurato al Mondiale di Svezia.
Ma andiamo con ordine.
Partiamo a ferragosto da Trieste con la “furgoneta” e due barche al traino la mia e quella di Paolo.
Passiamo sotto il maestoso Monte Bianco e all’una di notte, nei pressi di Parigi, decidiamo di fare una puntatina sotto la Torre Eiffel. La troviamo, ma per tornare indietro, senza cartina, ci perdiamo. Così con le nostre due barche giriamo per la Ville Lumiere sotto un temporale: Campi Elisi, Operà, Arco di Trionfo …
Finalmente, dopo ventitré ore di viaggio eccoci in Bretagna. Al nostro arrivo si presenta per quella che è: pioggia, sole, pioggia, sole, nuvole veloci e sempre vento. In due settimane la bonaccia non ci sarà mai. Piuttosto freddo per essere agosto. Ma comprendiamo subito che nonostante il tempo è un posto dove la vela è amatissima. Forse proprio per il “nonostante il tempo”. E’ singolare che più il tempo è infame, più la vela è amata e praticata. Il nostro Meridione sarebbe il più bel posto al mondo dove veleggiare per il caldo sole e le brezze moderate. Eppure la vela non è molto diffusa. Qui abbiamo visto quotidianamente uscire cabinatini di pochi metri con due mani alla randa, fiocchetto ridotto e famigliola con bambini in cerata e salvagente. Dove vanno questi qui? A prendersi per un paio d’ore piovaschi, onde, vento sopra i trenta nodi.
In questo contesto (in verità, ci hanno garantito, la Bretagna è per qualche settimana più mite) lo Snipe è barca un po’ troppo fragile. In quindici giorni di permanenza io e Paolo siamo usciti 5 volte. Nella maggior parte dei giorni il vento era troppo forte o i bollettini annunciavano coup de vent o orage (e ci azzeccavano sempre). Hanno detto che quest’anno siamo stati un po’ sfortunati. I cicloni tropicali si sono scomodati in anticipo, cosicché “Charly” ha deciso di porre fine all’estate a metà agosto. E l’eroe locale Bruno Peyron ne ha approfittato per fare 706 miglia in un sol giorno, riuscendo quasi a battere il record della traversata atlantica in un periodo che, secondo le Pilot Charts, dovrebbe essere poco propizio per questo genere d’imprese.
Così tra uscite abortite e regate annullate i quindici giorni sono trascorsi a fare turismo tra città e villaggi bretoni, multiscafi ipertecnologici, basi naziste di U Boot, fari suggestivi e megaliti preistorici. Il tutto mentre la scherma italiana polemizzava con quella francese e alle Olimpiadi veliche la Bretagna batteva di poco la Toscana.

Le regate.

Per “studiare il campo di regata” io (con Alberto Piccinini), Paolo e Andrej e Los Solerios decidiamo di fare il Campionato Francese. Dopo esserci procurati cartine, tabelle e mappe della marea, capiamo che la corrente è forte all’imboccatura del porto di Lorient (tra il circolo e Port Louis), ma non è così forte sul campo di regata. Con coefficienti di 90 (maree sigiziali) la velocità della corrente di marea è al massimo di 0,2 nodi (mentre all’imboccatura può raggiungere i 4 nodi). In sostanza è come regatare a Monfalcone o a Chioggia. Con la differenza del vento, qui più sostenuto, e, ovviamente, dell’onda atlantica. Il campo di regata è posto tra il Canale Sud di uscita dalla rada e l’Ile de Groix ed il vento, quando abbiamo regatato sia al “Francese” sia all’Europeo giungeva come direzione tra i 210 e i 280. E accaduto sempre (prima delle due regate) che passasse una depressione, associata all’inizio a venti molto forti da Sud, che poi, al suo passare ruotavano nei giorni successivi a Ovest e poi a Nord Ovest.
Così si inizia. O meglio non si inizia. Il primo giorno è prevista la regata di prova del Francese. Ma il vento è tanto forte che anche una regata di barconi viene rinviata. Nella serata sono previsti coup de vent fino a 100 km/h. Leghiamo le barche, le sistemiamo in un posto ben riparato e facciamo turismo. Dopo vari rinvii, il 20 finalmente si scende in acqua. Ci sono 36 barche e "i forti" anche. Io sono con Alberto e 115 miseri chili di peso complessivo. Non fare danni: questo è l’imperativo. Il vento è forte e Sanchez (terzo all’ultimo Mondiale) fa subito due primi; Tabares due secondi. Gli spagnoli ci sono e si vedono. Così come i norvegesi Birger Jansen e Ulrik Sandvig. Paolo Tomsic è molto veloce di bolina (gira primo la boa al vento), ma si lamenta per la scarsa velocità e confidenza nei laschi con onda (il Comitato opta per il doppio triangolo). Chiude nelle due prove settimo e sesto. Benino anche i Solerio che fanno 10 e 8. Io lotto di bolina e finisco onorevolmente quattordicesimo nella prima prova. Poi, all’apparire di un “bel nero” sopra l’Ile de Groix, decido di evitare possibili danni e rientro alla base. Sabato 21 le previsioni danno meno vento. Ma per me è ancora tanto (penso sui 15 nodi). Incredibile: Tomsic domina tutta la regata, battagliando con Sanchez e … con me. Li passo tutti e due nell’ultima poppa (il percorso era triangolo olimpico) infilando, in una strapoggiata un po’ azzardata, anche il tangone in un’onda. Poi a cento metri dall’arrivo mi supera Tomsic – Mocilnik. Primi loro e noi secondi. “La gavemo cazzada a ‘sti Spagnoli. Che non si montino troppo la testa!” mi urlano da “Piastrela volante” ITA 30009. Bravi muli! I Solerio sono ancora ottavi. Nella seconda prova batto un bel record: OCS + DSQ. Parto in barca comitato, mi rendo conto che non ho molto spazio per infilarmi e sono anche in anticipo, Peach mi domanda: “scontro la randa?”; risposta: “andiamo lo stesso, non me ne frega un c…”; risultato: partenza anticipata e squalifica per – questa è la motivazione – “abordage de le bateau comitè”. Come un corsaro … Peccato: in quella prova sono terzo dietro ai Solerio e a Tabares.. Tomsic fa una altro sesto. Ultima prova del Campionato e terza prova della giornata: ancora primo Tabares che vince il "Francese" davanti a Sanchez; ottavo Solerio (che chiude settimo in generale); 11 Fantoni (chiudo sedicesimo, non essendoci lo scarto); 13 Tomsic (ottimo sesto).
Con buone indicazioni, arriviamo così a terra dove troviamo gli altri compagni della nostra “equipe” che finalmente ci hanno raggiunto.

Campionato Europeo

Sono previste 11 prove. Non più di tre al giorno. Uno scarto con 6; 2 con 9.
Lunedì 23 è prevista la regata di prova ed è previsto anche l’arrivo del mio prodiere Jacopo. Jacopo arriva, la regata di prova no (anche se in realtà molti escono). Martedì dovrebbero iniziare le danze. Ma il bollettino dà forza 7 con rafales a 8. Niente regata. Andiamo tutti a Quiberon per farci un giro sui carri a vela, ma c’è troppo vento anche per quelli.
Mercoledì 25, con un certo ritardo, tra bollettini piuttosto pessimistici ci fanno uscire. Sembra “regatabile”. Però quando è il momento di partire ci sono, secondo me, almeno 25 nodi (il limite è di 23 nodi). Comunque si parte. C’è proprio una gran onda ed il massimo impegno è evitare di sentirmi dire troppo spesso da Jacopo: “Pietrino! stiamo galleggiando!”. Quando il mio prodiere usa quella locuzione vuol dire che sto portando la barca veramente male. Purtroppo con un onda così portare la barca bene è quasi impossibile, non portarla male è molto difficile. Gira primo il grande Rodati. Poi purtroppo, perde ai laschi e scuffia. Io, dopo aver perso un demoralizzante numero di barche nel primo lasco e aver guadagnato (inspiegabile) nel secondo, dopo aver camminato a tratti molto bene di bolina, decido di scuffiare al secondo giro alla boa di strambata. Arrivo 33. Tomsic di bolina è un aeroplano. Arriva quinto. Bene anche i Solerio settimi. Anche, se Paolo dice di essere dal Francese molto migliorato nei laschi, pare che la differenza sia ancora data nelle andature portanti. Gli Spagnoli sono delle furie. Primo Sanchez, secondo Tabares, terzo Palacio. Gli altri Italiani ... galleggiano: 26 Rodati – Stahl, 31 Rochelli; 38 Paolillo – Cristofori (non certo favoriti dal peso); 43 Longhi – Lantier (sfortunati per un problema di “piombe” alla scotta randa). Attendiamo un po’ per la seconda prova. Poi si forma dietro Larmor Plage un altro “bel nero”. Gli Snipe si avvicinano all’ingresso, tra Port Louis ed il circolo; il Comitato tergiversa un po’; poi il vento rinforza e ci mandano a casa. Io recupero un mezzo timone con femminella appartenente a un beccassin francese stimonato.
Il secondo giorno il vento è “leggero”: attorno ai 12-15 nodi nelle prime due prove e poi sui 20 nella terza. Longhi è ben avanti, ma si “incarta” sulla boa di bolina. Il “bordo bretone” con corrente contraria ed una fila ininterrotta di barche mure a dritta non è consigliabile! Finisce comunque 16. Si rifà nella prova successiva con un ottimo quarto. Tomsic con Totti (come è stato soprannominato - per la capigliatura - Andrej dai Norvegesi) piazza due dodicesimi, a testimonianza della sua predilezione per venti più sostenuti. I fratelli Solerio incappano in un 29 e 17. Io con Jacopo piazzo un 14 e un 20 (sempre con un lasco sì e uno no). Rodati è alterno con un 37 ed un ottimo 10. Paolillo ha finalmente un vento per lui accettabile (13 e 26), mentre Rochelli chiude al 33 e al 23. Al vertice la prima regata viene vinta dallo juniores spagnolo Triay. Sanchez è un rullo compressore (2 e 1). Emerge la classe e l’esperienza del multicampione mondiale ed europeo Gancedo (3 e 2). Terza prova (la quarta del campionato). Facciamo finalmente una cosa "ben fatta". Dopo un richiamo di una partenza nettamente favorita in barca, la linea viene "risistemata"; partiamo così all’estremità di sinistra della linea, mure a sinistra. Purtroppo nella virata per partire mura a sinistra, si stacca il bozzello della scotta della randa! Ma la partenza è da ricordare: incrociamo ben avanti a tutta la flotta. Bello! Ma devo farmi tutta la regata con la scotta in mano senza l’ausilio del bozzello. Prima bolina primi, lasco (incredibile) guadagniamo, secondo lasco (merde!) perdiamo tre barche, tra cui i Solerio. Il vento aumenta fino a 20 nodi. Nell’ultima bolina ci passa l’aereo 30009 Tomsic – Mocilnik. Vince alla grande Solerio, che cammina al lasco e di bolina; secondo Tabares, terzo Sanchez, quarto Tomsic, quinti noi. Completa l’opera (tre Italiani nei dodici) Rodati (12). Rochelli 33, Paolillo 41, Longhi 44.
Alla fine di questa lunga giornata in mare, nonostante i due dodicesimi, troviamo al terzo posto Paolo Tomsic e Andrej "Totti" Mocilnik. Non ci credono neppure loro. A parte il fenomeno Sanchez, dietro tutti hanno avuto alti e bassi. Se domani il vento sarà forte, i nostri non avranno problemi.
E il domani inizia molto presto. La partenza è infatti fissata per le 10,00. Nessuna prova può essere data dopo le ore 13,00. Io e molti altri speriamo nello scarto. Devono però essere disputate 6 prove.
Alle 9,30 siamo sul campo di regata. C’è molta onda e il vento è attorno ai 20 nodi e forse più. Ormai non ci fa più impressione. Fa freddo. Alle 10,00 finalmente (!) con molta calma arriva il Comitato, le boe, il controstarter ecc ... e noi che siamo usciti per tempo ... Si parte mezz'ora dopo l'ora prevista. Prima prova: sembra favorita la destra. Io parto bene in barca e viro subito. Ma escono bene dal centro. Vedo bene davanti i Solerio e Fabio e Daniela Rochelli. Un po’ più indietro Tomsic e noi. Nei laschi, al solito, non ho continuità. Viene fischiato qualcuno per la 42, tra cui Rochelli che deve "girare". La regata continua con la lotta tra i Solerio e Sanchez. Enrico e Franco, dopo il primo di ieri, fanno un secondo. Tomsic dimostra di essere probabilmente il più veloce di tutta la flotta di bolina e recupera fino al terzo. Rochelli si stampa sulla boa di bolina (poi verrà squalificato). Io faccio il gambero: prendo un nylon (non esagero 1 metro X 1,5) durante la poppa e faccio un bruttissima seconda metà dell’ultima bolina che mi fa perdere 10 barche. Questi i parziali: Rodati – Stahl 23, Fantoni – Ferrari Bravo 24, Longhi – Lantier 30.
Eccoci così all’ultima prova (con la possibilità di scartare). Sappiamo tutti che Paolo se riesce a partire bene, con la velocità che si ritrova, non avrà problemi. Questa volta è proprio favorita la destra. Riesco a partire bene in barca comitato. Viriamo subito e ci spariamo a destra. E’ partito bene anche Tomsic, che infatti gira primo. Noi siamo attorno al quarto-quinto posto. Mentre Tomsic non perde nei laschi, io faccio malissimo il secondo lasco e mi inervosisco pure. Penso di essere attorno al decimo posto. I primi due si allungano sugli inseguitori. Di poppa (era un triangolo olimpico, nonostante le raffiche a 23 nodi) Sanchez passa Tomsic. Paolo però è bravo a girare meglio la boa di poppa e a guadagnare pochi metri sopravento allo Spagnolo. Qui i nostri sono impressionanti: da una posizione a poppa, di poco sopravento, invece che precipitare nei rifiuti, riescono a superare di passo Sanchez (che pure porta la barca magnificamente). Purtroppo alla fine della bolina, a seguito di un duello di virate, cedono la posizione (anche forse a causa di un po’ di stanchezza). Primi Sanchez – Jimenez (che vince il Campionato scartando un terzo), secondi Tomsic – Mocilnik, terzo Tabares. Nell’ultima bolina Jacopo cinghia come un pazzo, mi fa prendere qualche salto dalla parte giusta e recuperiamo fino al sesto. I Solerio sono 17, Rochelli 20, Rodati 24, Paolillo 32, Longhi 34.

Per concludere un bilancio.

Io mi sono divertito. Regatare in Oceano è un’esperienza entusiasmante. Abbiamo pagato, come altri mediterranei, forse la scarsa esperienza a portare la barca (specie di lasco) con un’onda simile. Ma qualcosa abbiamo imparato.
Una parola sull’organizzazione: al Circolo sono stati gentili e ospitali. Mancavano però le strutture. Ma l’ospitalità non basta: non c’era lo spogliatoio, cene e premiazione sono state organizzate in un tendone nel fango, i premi non esistevano (tranne il Trofeo challenger per il Campione Europeo) ... Rispetto ad Anzio 2002 non c’è paragone. Il Comitato è stato sovente un po' lento nel dare le partenze. Secondo alcuni i percorsi erano un po' lunghi (1h e 20m per regate al di sopra dei 20 nodi). Io non mi lamento. Criticabile la decisione di non dare le partenze venerdì dopo le 13,00. Tanto vale non prevedere 11 prove.
Dal punto di vista agonistico, il bilancio non può che essere positivo. Complessivamente gli azzurri hanno ottenuto un risultato storico. Si diceva da quanto mancava un podio. Allo stato, siamo la seconda nazione in Europa dopo la Spagna. Ad Anzio 2002 i Solerio furono quarti e Paolillo – Cristofori noni. Quest’anno miglioriamo con un terzo, un settimo e un quattordicesimo in classifica generale. E un primo, due secondi, un terzo ed altri sette piazzamenti nei primi dieci come parziali di prova. C’è sempre qualche Italiano avanti. Vedremo cosa accadrà al prossimo Europeo del 2006 in Finlandia.


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Fonte: Snipe.it

 Foto Allegata

Europeo Snipe - Bene gli italiani



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