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 GIOVEDÌ 19 DICEMBRE 2002 - NOI TIFIAMO ALINGHI - ECCO PERCHÈ.


Noi tifiamo Alinghi - Ecco perchè. "La coppa America in Italia? Ci stiamo pensando". Il patron di Alinghi, Ernesto Bertarelli, è italiano di nascita ma svizzero di nazionalità e residenza. Nel caso il sindacato elvetico, che ha già raggiunto la finale della Louis Vuitton Cup e attende di conoscere l'avversaria al termine del ripescaggio tra Oracle-One World, vincesse la coppa America "si dovrà cercare un posto dove si possa gareggiare almeno 6 volte su 10 - prevede Bertarelli - Non è possibile stare in un posto dove si esce in mare 8 volte e si regata 3". Preferenze? "A parità di condizioni - dice il 37enne imprenditore - preferirei l'Italia. Ma occorre trovare un posto che offra tutte le condizioni meteo e abbia una logistica accettabile. Per esempio mi piace molto la Sardegna, sono anche socio dello Yacht Club Costa Smeralda. Abbiamo avviato una serie di contatti con l'Italia, ma anche con la Francia, la Spagna, il Portogallo e anche gli Stati Uniti. Boston o New York".

Ma adesso le dispiace non gareggiare contro Luna Rossa? "Sì - risponde Bertarelli - E' un vero peccato: mi auguravo che Luna Rossa e Alinghi facessero la finale della Vuitton. Ma mi sembra che le barche del Team Prada siano nate male e quando questo succede è molto difficile trovare un rimedio. Finché non navighi, non te ne accorgi davvero: quando sono iniziate le regate nel primo round robin si è capito che c'erano delle carenze di velocità nella barca italiana". Cosa che non è accaduta ad Alinghi: "Per questo credo che l'integrazione fra velisti e progettisti sia stata molto importante. Come la Ferrari: la macchina non sarebbe quella che è oggi se non ci fosse Schumacher che torna a casa ogni volta e dice esattamente come la vuole, come si può fare a farla andare più veloce. Russell Coutts è il nostro amministratore delegato: è molto bravo perché conosce benissimo le barche di coppa America. Fin dall'inizio aveva idee ben chiare su cosa voleva. Ma anche se era molto convinto delle sue idee, ha sempre ascoltato le idee di Vroljik, il nostro progettista".

Com'è nata l'avventura della coppa America? "Avevo conosciuto Coutts prima della fine dell'altra coppa. Lui sapeva che mi stavo informando per acquistare delle barche di Black Magic. Mi ha chiamato per dirmi che le barche non le poteva vendere, ma che potevamo incontrarci in Svizzera. Quando è venuto mi ha detto che lui e una parte del suo team potevano o volevano venire via. Sono rimasto abbastanza sorpreso". E in barca, dove Bertarelli è il navigatore, come va? "In barca il capo è lui. Mi ricordo la partenza con One World, nella regata che abbiamo perso, abbiamo fatto vari errori fra cui uno sulla linea di partenza e uno sulla layline: non si può dire che fossero solo miei, però… Che cosa mi ha detto? Cose che si dicono solo in barca. Ma c'è un'altra cosa che ci ha legato: suo figlio e mia figlia sono nati a un giorno di distanza in un clinica di Ginevra e quindi ci siamo trovati a parlare di pannolini…".

  Situazione

Autore: Gazzetta.it

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