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 SABATO 14 DICEMBRE 2002 - VUITTON CUP - ANCORA TROPPO VENTO PER REGATARE


Vuitton Cup - Ancora troppo vento per regatare Per una volta il vento è stato di parola: aveva promesso 30 nodi e 30 nodi sono stati nel golfo di Hauraki. Così per il secondo giorno consecutivo le semifinali della Louis Vuitton Cup hanno subito una battuta d'arresto, la diciassettesima su 47 giorni di regata, un record poco invidiabile, alla faccia di un calendario che si comprime ogni giorno un po' di più. Si studiano soluzioni alternative (due regate lunedì, ad esempio), ma il doppio turno è una versione poco gradita ai regatanti che devono uscire prestissimo in mare e possono tornare a casa solamente al tramonto. Si vedrà, la quarta giornata (quella in programma nella domenica neozelandese, la notte di sabato in Italia) si farà. Con un vento fra i 10 e i 15 nodi, sarà quella che spaccherà l'equilibrio (momentaneo) fra One World e Luna Rossa, in attesa degli ultimi duelli che si concluderanno entro e non oltre il 17 dicembre. Unica deroga ammessa, se martedì sera le barche si dovessero trovare in parità, allora si potrebbe ricorrere a un match race supplementare per rompere l'equilibrio.

Ma per ora c'è tempo, come ha tempo Black Magic. Quasi tutti i giorni (anche quelli con molto vento) i detentori della coppa America se ne vanno lontanissimo nel golfo ad allenarsi. Venticinque, anche trenta miglia al largo con queste imbarazzanti sottane, che strisciano sull'acqua per nascondere quello che ci sta sotto (vero o presunto che sia). A meno di tre mesi dalla coppa America vera e propria si sono accese le fantasie per capire quale diavoleria porta la barca di Dean Barker e Tom Schnackenberg. Si fanno le ipotesi più ardite: un timone con delle pinnette, un bulbo totalmente innovativo, qualche tipo di altra strana protuberanza che servirebbe a fare andare più veloce la barca tutta nera, che sarà in acqua la prima volta il 15 di febbraio. Fantasie o verità? Impossibile saperlo adesso perché a questo punto è lecito anche pensare che qualche voce la lascino trapelare gli stessi neozelandesi per aumentare la suspence, per fare preoccupare un po' i challenger, oppure per distrarli dal loro lavoro.
La coppa America è una battaglia che solo incidentalmente si corre in acqua, diceva l'avvocato di Dennis Conner. E' anche una guerra di nervi e di mosse studiate a tavolino: la squalifica di One World, ad esempio, è stata una vittoria di Team New Zealand, che tutt'altro che casualmente ha tirato nuovamente fuori la vicenda dei disegni trafugati a questo punto del contendere e non prima. E c'è chi giura che il caso contro gli "spioni" neozelandesi passati a Seattle non sia che il primo. Un altro potrebbe coinvolgere Alinghi, magari un po' più avanti nel corso della Louis Vuitton Cup, cercando qualche piccolo (o grande) scheletro nell'armadio degli svizzeri, se non per metterli fuori dal gioco, quanto meno per cercare di innervosirli. In attesa che sia il golfo di Hauraki a stabilire chi dovrà difendere la coppa America del 2006.
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Autore: Gazzetta.it

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